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Giuseppe Ministeri, la Laudamo e una questione di Istinto e programmazione
Dicembre 5, 2014
Il teatro che abbatte le frontiere. Giuseppe Ministeri al Tg Tremedia
Ottobre 7, 2015

Con “Amore” si chiude un’esaltante stagione alla Sala Laudamo

Giugno 7, 2015

www.sicilians.it • di Elisabetta Raffa.

Si è conclusa con “Amore” e l’ennesimo sold out il progetto teatrale Laudamo in Città, ideato e organizzato dalla compagnia DAF – Teatro dell’EsattaFantasia diretta da Angelo Campolo. Una stagione che ha segnato la rinascita dello storico ridotto del Teatro Vittorio Emanuele di Messina. A tirare le somme di una stagione con cifre da record è Giuseppe Ministeri, presidente della DAF.

Ministeri, mi pare possa ritenersi soddisfatto di come è andata lastagione della Laudamo.

“Confermo! Sono felicissimo, gasatissimo e,perché non ammetterlo, anche emozionato. Sembrava incredibile asettembre, quando con Campolo ci soffermavamo su quella locandinadella Sala Laudamo (che Angelo stesso ha fatto, perché gli è toccatoanche questo), e ci dicevamo: “E chi arriva a giugno?”. E invece eccoci qua: sopravvissuti! In realtà, abbiamo fatto molto di più rispetto aquanto inizialmente programmato, realizzando l’obiettivo che il direttore artistico Ninni Bruschetta aveva tracciato: fare della Laudamo uno spazio aperto alla città. Da qui Laudamo in Città, il nostro cantiere teatrale permanente.

Parliamo di numeri. A stagione conclusa si può tracciare un bilancio definitivo. “Venti e piùspettacoli, 60 recite, oltre 6 mila spettatori. Secondo me questi numeri non sono mai stati fatti allaLaudamo e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario. Oltretutto in anni, quelli in cui stiamo vivendo,che definire difficili è decisamente riduttivo. Concorderà con me che non siamo nel contesto degli anni’80 e neanche nei più recenti Duemila. Ma quasi mai il denaro ha fatto il bene del teatro”.

E allora come è stato possibile realizzare tutto ciò? “Grazie a tante, tantissime persone, che sonomeno esposte di me, ma lavorano certamente più di me. E allora è bene cominciare a farli questi nomi.Tra le tantissime persone (evitando scelte banali…) scelgo tre donne. Intanto Mariagrazia Coco, quellache quando gli altri ancora se la prendono comoda lei è già in ufficio, quella che quando gli altristaccano lei non stacca. Poi Giulia Drogo, la nostra scenografa-costumista, che ha saputo trovaresoluzioni straordinarie per le quattro stanze-spettacolo del Pinocchio avvalendosi di budget pressochéridicoli, oltre a essere sempre presente e operativa alla Laudamo. Infine Sarah Lanza, giovane etalentuosa coreografa, anche lei bravissima e particolarmente amata dai ragazzi del Laboratorio”.

E adesso quali progetti avete in cantiere? Avete annunciato Maratona Pinocchio per l’estate, mastate già lavorando per la stagione 2015-2016 alla Sala Laudamo?

“Ora dobbiamo fermarci eriflettere. Sa, il teatro è crudele in questo: ti fagocita, non ti concede pause. Ma Angelo Campolo, iragazzi del Laboratorio soprattutto, le persone che ho citato e le tantissime che ho tralasciato, hannobisogno di riposare e ricaricare. Questo consentirà maggiore tranquillità e lucidità per capire comeprocedere. Sono convinto della bontà di un supplemento di progetto per l’estate in continuità con Pinocchio, ma abbiamo la necessità di capire come metterlo a punto. Si devono verificare determinatecondizioni. Insomma, vedremo. E poi certo che stiamo pensando al progetto Laudamo 2015-2016,inutile nascondersi. Stiamo lavorando sui filoni formazione-produzione-scuole, ma è l’Ente Teatro di Messina che decide (e che ringraziamo in tutte le sue componenti), non noi. Saremmo onorati sevolessero confermarci la fiducia anche per il prossimo anno”.

Lasciamo un attimo la Laudamo, per una riflessione più ampia sullo scenario politico-culturaleattuale. Come sta il teatro oggi in Italia?

“Il teatro fatica, arranca, ma questa è storia vecchia. Tuttavia,intravedo anche elementi positivi, stimolanti. Ci troviamo sostanzialmente in una imponente fase diriordino del sistema teatrale, certamente la più importante degli ultimi decenni. In ambito regionalel’istituzione del FURS segnerà un cambio di passo a quasi 10 anni dalla legge sul teatro. Lo scenarionazionale invece, è già sconvolto dalla riforma del FUS, ma ancora non abbiamo visto nulla. Noipossiamo ritenerci piuttosto fortunati: siamo sopravvissuti, operiamo a tanti livelli e su diversi fronti,nonostante gli anni difficilissimi che abbiamo attraversato. A tal proposito, entro la fine dell’annointendo terminare l’opera di risanamento e ristrutturazione di DAF tuttora in atto e poi proporre alletante persone che ruotano attorno alle nostre attività una formula diversa, che non prevede mepresidente della DAF, vedremo. Intanto, sempre e comunque, viva il teatro!”

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